Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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venerdì 6 aprile 2018

Aprile: generazione

In questo periodo dell'anno, a cavallo fra marzo ed aprile, la Natura si trova in una fase di grande attività connessa alla generazione e alla ri-generazione. Il mese di Marzo in particolare è dedicato alla forza generatrice maschile legata a Marte, mentre Aprile è un periodo dedicato alla sacralizzazione della forza generatrice femminile connessa a Venere

E' importante sottolineare il valore ed il senso della generazione espressa da Venere, perchè rappresenta un elemento distintivo della Spiritualità Tradizionale Romana così come per la Spiritualità Tradizionale nel suo complesso.

Per capire questa peculiarità basta ricordare che nel monoteismo viene rappresentato un dio che, da solo, crea e separa gli elementi, dà forma all'universo e che modella l'uomo (non la donna) con le sue mani. In tal modo si evidenzia una distanza sostanziale, una diversità incolmabile, fra il dio creatore e le sue creature. Dio, la Natura e l'umanità sono soggetti totalmente distinti che non hanno, ne avranno, mai nulla in comune.

Nella Spiritualità Tradizionale Romana la creazione è legata ad una generazione sempre dipendente da un atto di Amore. Tutto scaturisce da un'unione di amore fra un Dio e una Dea che insieme partecipano alla generazione: lo stesso avviene per tutti gli esseri della Natura e quindi per l'umanità. Il Divino, il Naturale e l'Umano sono accomunati da questa caratteristica, da questa forza che attrae e lega gli Esseri. E' questa forza che attrae e lega, sacralizzata nella figura di Venere, e che tiene avvinghiati il maschile ed il femminile, come aspetti diversi di un unico Tutto presente in ogni cosa (vedere lo yin-yang), il presupposto di ogni unione di Amore, 



L'Amore è una forza talmente potente da rendere la Morte una componente fondamentale della generazione. In questo senso si spiega la stessa definizione di Venere come Mors et Vita origo.

Questo splendido sarcofago etrusco, più di ogni altra spiegazione, descrive simbolicamente la potenza di questa forza, di questo legame di Amore che unisce il maschile ed il femminile abbracciati (come nello yin-yang) come presupposto per la ri-nascita e la ri-generazione dalla morte.

Inoltre, essendo un aspetto comune a tutto ciò che esiste, questa forza di Amore rende la realtà "permeabile": il Divino, la Natura e l'Umanità non sono entità separate e distinte. 

Questa stessa energia vitale che pervade l'Universo fa sì che gli Dei e le Dee possano essere vicini e presenti negli uomini e nelle donne e viceversa. Allo stesso modo la Natura diventa parte di noi e noi parte della Natura.  Il Divino è in noi e nella Natura e la Natura e l'umanità sono in qualche modo presente dentro il Divino

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