Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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giovedì 26 gennaio 2017

Sementinae - Semi


In questo periodo dell'anno cadevano le anticamente denominate Feriae Sementinae (nelle città) o Feriae Paganicae nelle campagne. Si trattava di festività legate in primo luogo alle attività agricole dato che si svolgevano alla fine della semina. 

Il Flamine Quirinale invocava:
Veruactor, Reparator, Imporcitor, Insitor, Obarator, Occator, Sarritor, Subruncinator, Mesor, Conuector, Conditor, Promitor

Ma il perno di questa festività era l'invocazione contemporanea a Cerere e Tellus.

Questa è l'invocazione rivolta a queste Dee:

"Saziate di raccolti immensi gli avidi coloni perchè la loro fatica abbia degno premio. Le tenere sementi non cessino di crescere e i germogli non siano bruciati dal gelo. Quando seminiamo, rasserenate il cielo; quando il seme è sottoterra, abbeveratelo di pioggia. Gli uccelli non lo rapiscano, le formiche non lo sottraggano. E la pianticella cresca sana e la malerba non la soffochi e spighi in abbondanza",

In realtà le Feriae Sementinae avevano, e hanno ancora, tuttavia un significato che va oltre quello semplicemente agricolo. L'importanza di questa festività è dovuta infatti alla complessa simbologia, di cui posso solo fornire rapidi cenni, legata al "seme" e al "campo".

Il "campo" è connesso alla Terra-Tellus che rappresenta il Corpo, la Materia (Mater-Materia). Il seme è l'elemento inerte (morto), ma che gettato nel campo-terra, luogo simbolico di tutti gli elementi vitali (Cerere), rinasce e sviluppa tutte le potenzialità della pianta secondo il ciclo ed il colore delle stagioni (in senso fisico e metafisico):
- inverno (nero)
- primavera (bianco)
- estate (rosso)
- autunno (oro)

Il seme simboleggia quindi il principio della generazione, la potenzialità dell'essere che deriva dalle profondità della Terra (Cerere e Tellus). Ecco quindi l'importanza dell'atto del coltivare non solo in senso pratico, ma anche, e soprattutto, simbolico e cultuale. Inutile ricordare che gli Dei e le Dee si coltivano (Colere Deos/Deas) e non si pregano. La pietas consiste nel corretto approccio alla spiritualità come forma di coltivazione simbolica in cui si gettano dei semi che devono germogliare, crescere, fiorire e dare frutti.

"Il chicco di grano non darà spighe finchè non viene gettato dentro la Terra": la rinascita necessita della "caduta". Interessante quindi rileggere la summenzionata invocazione a Cerere e Tellus con questa più profonda prospettiva interpretativa.


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