Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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mercoledì 21 gennaio 2015

Una camminata in campagna

Spesso mi capita di fare lunghe camminate solitarie lungo le strade di campagna. Lo faccio sia per il corpo che per lo spirito: è insomma una forma di esercizio fisico e spirituale allo stesso tempo.

Quando faccio queste lunghe passeggiate da solo, ritrovo dentro di me il mio più autentico ed intimo spirito "pagano" (come direbbero i profani). In pratica abbandono tutte le teorie, le sottili disquisizioni più o meno teologiche, le regole delle pratiche rituali e tutto il bagaglio di nozioni e saperi che sono riuscito a mettere insieme in tutti questi anni di studio. Insomma camminando in campagna ritrovo lo spirito più autentico e più vero del cosiddetto "paganesimo". 

Devo dire che questa esperienza totalmente empirica di "spiritualità tradizionale" (nel mio caso la Via Romana) non è comunque un'impresa facile. Non basta mettersi a camminare lungo una strada di campagna. 

Quando il nostro spirito è in preda all'agitazione, all'illusione del "mondo delle cose", alla frenesia per inseguire le cose più inutili, non si riesce a percepire nulla di fronte alla natura, ad un paesaggio, ad un bosco. E' come se la nostra tristezza coinvolgesse la Natura che ci circonda. stiamo camminando e basta, come se fossimo in una palestra su un tapis roulant

Ma se riusciamo a calmare la mente, a rallentare i pensieri, a riordinare la scala di priorità della nostra esistenza, allora non è possibile rimanere indifferenti alla bellezza della natura, ai suoi colori, ai suoi profumi, al conto degli uccelli, allo stormire delle foglie degli alberi. Il passo rallenta, il respiro stesso diventa più tranquillo e si ha come un sussulto di fronte alla grandezza e alla semplicità di tutto questo. In questo momento si ha allora la dimostrazione che si possiede un animo "pagano" e gli Dei e le Dee diventano (non in senso profano) "visibili", "percepibili". Insomma si arriva ad avvicinarsi agli Dei e le Dee per un'altra strada, per esperienza diretta, senza tante elucubrazioni, senza riti, senza teorie, senza regole: semplicemente perchè sono loro che ci vengono incontro. Tutta l'erudizione acquisita viene messa da parte: meno teorie, meno ragionamenti, sapere o non sapere non fa molta differenza.

Molte persone tendono a screditare tutto questo perchè ritengono queste sensazioni, questi approcci alla vita come infantili o ridicole. I monoteisti poi le considerano poi solo sciocchezze. 

Il Cultor e la Cultrix non vanno in una chiesa, in una moschea o in una sinagoga a pregare: il Tempio tradizionale non ha questo scopo. Ho già detto molte volte che il Cultor e la Cultrix non pregano nel senso profano del termine. Inoltre è nel mondo esterno che si svolgono le liturgie ed i riti che il più delle volte svolgiamo senza nemmeno rendercene conto. Mangiare un pasto frugale con gli amici o con la propria famiglia in serenità è già una forma di rito. La nostra chiesa è il mondo.

Quando di fronte ad un bosco abbiamo questa percezione del divino, ci troviamo a percepire qualcosa che è tutt'altro che irreale: è la riscoperta di un legame profondo con delle importanti espressioni dell'esistenza nelle quali lo spirito "pagano" ritrova un luogo di appartenenza. Abbandonare la cosiddetta "realtà complessa", con la sua tecnologia e la sua velocità, ed accontentarsi di questo "mondo" è tuttavia un'operazione molto difficile: non c'è nulla di semplice nel rivolgere lo sguardo ad un qualcosa che oggi molti etichettano semplicemente come "passato". In questo luogo di appartenenza non facciamo altro che cercare di trovare conforto perchè se una Via non fa questo, ma genera tensione, agitazione, violenza, intolleranza e fanatismo, a cosa può servire?

Insomma in questa epoca di conflitti e di caos, intraprendiamo quella Via che ci aiuta a costruire degli spazi di quiete e a spingerci con i pensieri, anche camminando lungo una semplice strada di campagna, in luoghi dove il corpo e la mente possano ritrovare la pace e la freschezza.

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