Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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martedì 27 maggio 2014

Precatio Terrae Matris

In occasione dell'avvio dei grandi lavori agricoli in campagna, accludo in questo post questa Precatio Terrae Matris, invocazione importantissima anche per i Fratelli e le Sorelle Arvali. Ricordiamola ogni volta che ci apprestiamo a "coltivare la Terra" come pratica religiosa e spirituale, come Via, e come percorso interiore per mantenere sempre viva la nostra consapevolezza.









Dea sancta Tellus, rerum naturae parens,
quae cuncta generas et regeneras indidem,
quod sola praestas gentibus vitalia,
caeli ac maris diva arbitra rerumque omnium,
per quam silet natura et somnos concipit,
itemque lucem reparas et noctem fugas:
tu Ditis umbras tegis et immensum chaos
ventosque et imbres tempestatesque attines
et, cum libet, dimittis et misces freta
fugasque soles et procellas concitas,
itemque, cum vis, hilarem promittis diem.
tu alimenta vitae tribuis perpetua fide,
et, cum recesserit anima, in tete refugimus:
ita, quicquid tribuis, in te cuncta recidunt.
merito vocaris Magna tu Mater deum,
pietate quia vicisti divom numina;
tuque illa vera es gentium et divom parens,
sine qua nil maturatur nec nasci potest:
tu es Magna tuque divom regina es, dea.
te, diva, adoro tuumque ego numen invoco,
facilisque praestes hoc mihi quod te rogo;
referamque grates, diva, tibi merita fide.
exaudi me, quaeso, et fave coeptis meis;
hoc quod peto a te, diva, mihi praesta volens.
herbas, quascumque generat maiestas tua,
salutis causa tribuis cunctis gentibus:
hanc nunc mihi permittas medicinam tuam.
veniat medicina cum tuis virtutibus:
quidque ex his fecero, habeat eventum bonum,
cuique easdem dedero quique easdem a me acceperint,
sanos eos praestes. denique nunc, diva, hoc mihi
maiestas praestet tua, quod te supplex rogo. 





“Santa Dea Terra, madre della natura,
che da sempre generi e rigeneri tutte le cose;
perchè tu sola proteggi i viventi,
e perciò arbitra del cielo, del mare e di tutto;
per te tace la natura e dorme,
tu rinnovi la luce e fai fuggire la notte:
tu copri l’ombre di Dite e l’immenso caos;
e freni i venti e le piogge, e le tempeste,
e, quando vuoi, plachi ed agiti le acque
e fughi il sole e susciti le tempeste
e, quando vuoi, fai apparire il lieto giorno.

Con perpetua fede porgi alimenti alla vita,
e, quando l’anima si sarà allontanata, in te è il nostro rifugio:
così tutto ciò che dai, in te ricade.
Giustamente sei chiamata la Grande Mater degli dei,
perché vincesti in amore le potenze divine.
 

Tu sei veramente Mater dei viventi e degli dei;
senza te nulla può maturarsi e giungere al nascimento;
tu sei grande, tu sei regina e dea degli dei.
Te, o dea, adoro e invoco la tua potenza;
benigna concedimi ciò che ti chiedo,
e ti renderò giuste grazie, o dea.
Esaudiscimi, come tu soli, ti prego, e sii propizia ai miei compiti;
ciò che ti prego, o dea, voglimi concedere.
 

 I Semplici, quanti ne genera la tua grandezza,
tu li dai, per la loro salute, a tutte le genti:
questo tuo rimedio ora tu accordami;
venga a medicare con le sue virtù.
 

 Qualunque cosa farò con essi, abbia buon esito;
a chiunque li darò, chiunque da me li riceverà,
falli sani in ogni tempo.
T’imploro, o Dea, che a me
la tua grandezza conceda ciò che supplice ti chiedo.”

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