Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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giovedì 6 febbraio 2014

Invocatio

Gli Dei e le Dee non sono entità personali oggetto di una devozione passionale cui si richiedono favori ed interventi. Sono entità dell'Universo allo stesso modo di tutte le altre entità in cui l'Universo stesso si manifesta e ci appare. 

L'Universo si ritrova in tutte le cose: ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso, ciò che è piccolo è uguale a ciò che è grande. Questa affermazione illustra il profondo legame che tiene unite tutte le cose all'interno del Grande Flusso dell'Esistenza. 

Ciò significa che l'uomo o la donna che si incamminano lungo la Via del Divino, divenendo pertanto un Cultor ed una Cultrix, diventano consapevoli di queste "continuità".

L'invocatio (forma teurgica della preghiera) è quindi il modo in cui possiamo stabilizzare e sviluppare questa continuità con il Divino. Il Cultor e la Cultrix non invocano una Divinità per chiederne i favori, ma per stabilire una continuità fra la dimensione umana e quella divina. Con l'invocatio risvegliamo in noi stessi una forza tranquilla che si collega, si incontra con quella divina. 

La parola invocatio si collega al termine Vox ovvero la materializzazione ed espressione del pensiero (Mens): con una invocatio il pensiero prende quindi forma.

Per questo motivo la Spiritualità Tradizionale Romana è una pratica, più che una religione in senso comune e profano. Il vero Cultor e la vera Cultrix già con il loro agire quotidiano, anche nelle piccole cose, esprimono un'invocatio perchè in loro esiste questa consapevolezza, esiste questo contatto permanente con il Divino. Così si comprende anche perchè il Pontifex e la Pontifica sono letteralmente "coloro che aprono la Via". 

"Invocare vuol dire agire, agire vuol dire invocare".

L'invocatio è quindi la conferma della giusta direzione dell'agire umano del Cultor/Cultrix. In questo modo, poichè ci sintonizziamo con gli Dei e le Dee, possiamo metaforicamente percepire l'aiuto delle Forze Divine, semplicemente per il fatto che le rispettive dimensioni (Umana e Divina) sono armonicamente integrate.

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