Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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mercoledì 12 giugno 2013

L'osservazione dei Segni: intuizione

Osservare il volo degli uccelli, ascoltare il frusciare delle fronde delle querce o dello scorrere delle acque di un torrente, toccare le erbe di un prato, percepire i profumi presenti in un bosco, sono aspetti  religiosi particolari ed importantissimi della Spiritualità Tradizionale Romana.

Eppure agli occhi della donna e dell'uomo moderni potrebbero apparire come la cosa più stupida e priva di senso che si possa fare. Questo avviene perchè non si conosce e non si comprende il significato più profondo dell'osservazione dei segni.


Spesso quando sono in otium e siedo in meditazione mi dedico proprio all'osservazione dei segni. Mi è capitato talvolta di chiedere il ruolo, significato e senso di questa particolare pratica. In proposito ho ricevuto le risposte più diverse anche da parte degli stessi Cultores e Cultrices: qualcuno mi ha detto che serve a predire il futuro, altri ancora mi hanno detto che serve a conoscere il volere degli Dei (?) o se essi possano essere favorevoli o meno. In particolare questa ultima affermazione mi ha sempre lasciato molto perplesso: mi chiedo infatti che cosa significhi "il volere degli Dei". 

Per chi, come forse il sottoscritto, sta cercando di spingersi oltre una dimensione estremamente superficiale della Spiritualità Romana, sciocchezze profane come queste vogliono dire estremamente poco o nulla. Per questo allora penso che possa essere utile approfondire la questione un po' più in profondità e cercare di capire quale possa essere il senso oggi di una "scienza", di un "sapere" che in passato occupava un ruolo così importante nella vita pubblica e privata.

Ci hanno sempre insegnato che la Natura può essere descritta secondo leggi fisiche generali, le cui dinamiche, per essere considerate valide, devono essere verificate in un laboratorio o in modelli teorico-matematici. Eppure, quando sono seduto in otium all'aperto sotto un albero questa convizione mi abbandona subito e mi rendo conto invece che non è così: quello che osservo e percepisco è che ciò che mi circonda è costantemente sotto l'influsso di un gran numero di interferenze continue. Sembrerebbe che tutto sia soggetto all'opera del caso.

In realtà ogni evento si manifesta come un evento accidentale. Ed è su questa "accidentalità", che normalmente passa del tutto inosservata, che si deve soffermare la nostra osservazione e la nostra attenzione. L'osservazione dei segni consiste proprio nell'interesse, nell'attenzione e nell'osservazione delle "coincidenze". Ovviamente per coincidenze non si deve intendere il "caso fortuito", quanto semmai il fatto del "coincidere", del sovrapporsi, dell'incrociarsi di condizioni. Sono le coincidenze che ci danno l'immagine dell'enorme importanza di quello che viene normalmente denominato caso che invece è la condizione normale in cui si spezza qualsiasi uniformità, in cui qualsiasi cosa e qualsiasi momento diventano un'entità a sè stante. 

Per questo l'osservazione dei segni ci riporta all'osservazione e al senso del "reale" hic et nunc invece che dell'"ideale" generico, standardizzato, astratto.

Il momento che diviene il Tempo dell'Osservazione diventa la materializzazione di un momento unico ed irripetibile dove la configurazione degli eventi accidentali assume una specificità precisa in cui determinati elementi "coincidono" superando la legge della apparente casualità. In sintesi, la coincidenza di eventi in un dato tempo ed in un dato spazio non è data dalla mera casualità, ma dall'interdipendenza e sovrapposizione di eventi e condizioni in una dimensione psico-fisica. Non si tratta più quindi di considerare la casualità degli eventi ma avere la consapevolezza delle loro coincidenze che si realizzano nel macrocosmo e nel microcosmo.

La percezione viva del mutamento continuo e del fluire del Tutto è l'essenza primaria dell'osservazione dei segni.  Essa stimola l'intuizione ovvero la capacità di volgere lo sguardo verso l'interno (in-tueri). La percezione consapevole dei segni ci fa andare dalle cose esteriori del mondo fenomenico verso l'essenza profonda del mondo reale nascosto al di sotto della superficie del mondo esteriore: per questo  l'osservazione dei segni non ha per scopo il predire il futuro(1) ma andare verso il Divino quindi oltre la superficie, oltre l'apparenza, oltre l'illusione.

Se l'osservazione dei segni non ci può dire nulla sul futuro, in molti casi può essere connessa con un'altra domanda: "cosa devo fare?" Anche in questo caso bisogna andare oltre la dimensione superficiale e profana. La risposta a questa domanda infatti deriva proprio dal concetto stesso di intuizione, di introspezione e dalla conseguente consapevolezza che nel fluire degli eventi, nella generazione delle coincidenze e nel processo di mutamento continuo noi stessi partecipiamo al destino e che anche le nostre azioni ed inazioni sono alla fine interferenze nel divenire.

L'osservazione dei segni è pertanto l'attenzione consapevole e cosciente alle cosiddette interferenze accidentali che in realtà sono continue. Ciò ci mantiene di fatto in uno stato sostanziale di veglia consapevole, ci rende meno indifferenti e distratti ai dettagli e ai segni che rappresentano la presenza degli Dei e delle Dee e della stessa realtà che ci circonda. Ovviamente ciò non significa prestare attenzione maniacale a "tutti" gli eventi (superstitio), ma essere semplicemente vigili e mantenere uno stato di costante presenza a sè stessi.

Su queste premesse si fonda la stessa scienza augurale: senza questa predisposizione spirituale la scienza augurale è fiacca e priva di senso.

(1) Devo dire che alcuni autori antichi - ad esempio Publio Nigidio Figulo - ritenevano che se si riverificano le stesse identiche condizioni quell'evento si ripeterà tale e quale: ciò vorrebbe dire che si potrebbe predire il futuro...

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