Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
.

lunedì 24 dicembre 2012

December 25th: Sol Invictus

December 25th is dedicated to "Sol Invictus" (Invincible Sun) celebrating the perpetual light's vitality.

This is a particularly old festivity already known and celebrated by ancient egyptians: divine energy "Earth's Heart" or "Intelligent Light" flows into a sacred cone shaped stone (Betilus - Gods' See) or in black stones or flash stones.

Sol Invictus was a special protector of the Emperor and the entire Roman Empire.

In this day an omnipotent, eternal and universal single sole God is celebrated whose most splendid manifestation is the Sun. This Great One has the Substance which Gods are formed of.

For this reason, christianity took possession of this ancient pagan festivity making it coincide with Christmas and the Jesus' birth.

It is important to note that the concept of Sun celebrated in this day is not referred to the Sun as "astronomical object", or the star everyone can see in the sky - the sole sun the profane people can perceive, but as "divine entity", but the so-called "Third Sun", "The Centre of the Universe, "The Divine Entity". I suggest for any further detail the reading of the text by the Emperor Julian "Hymn To King Helios". This well-known hymn by Proclus can be used as correct invocation.
 
Proclus; Hymn to Helios

Hearken, king of noeric fire, Titan holding the golden bridle,
hearken, dispenser of light, you, o Lord, who hold yourself the key to the life-supporting source
and channel off from above a rich stream of harmony into the material worlds.
Hearken: for you, being above the middlemost seat of aether
and in possession of the very brilliant disk,
the heart of the cosmos, have filled everything
with your intellect-awakening providence.
The planets, girded with your ever-blooming torches,
through unceasing and untiring dances
always send life-producing drops down for earthlings.
Under the influence of your chariot’s returning courses
everything that is born has sprouted up according to the ordinance of the Seasons.
The din of the elements clashing with each other
stopped once you appeared from your unspeakable begetter.
For you the unshakeable choir of the Moirai has yielded.
Back again they wind the thread of compelling  destiny,
when you wish it.
For all around you dominate, all around you rule by force.
From your chain the king of the song that obeys the divine, Phoibos, sprung forth.
Singing inspired songs to the accompaniment of the kithara
he calms the great wave of deep-roaring becoming.
From your evil-averting band that imparts pleasant gifts Paiêon sprouted,
and he imposed his health by filling the wide cosmos with harmony wholly devoid of harm.
People honour you in hymns as the famous father of Dionysus.
And again some praise you in songs as Euios Attis in the extreme depths of  matter,
whereas others praise you as pretty Adonis.
The threat of your swift whip holds fears for the wild-tempered daemons, noxious to men,
who prepare evil for our miserable souls,
in order that forever, in the gulf of heavy-resounding life,
they suffer once they have fallen under the yoke of the body
with the result that they forget the bright-shining court of the lofty Father.
But, you the best of gods, crowned with fire, blest daemon,
image of the all-creating god, uplifter of souls,
hearken and always purify me of every fault;
receive my tearful supplication,
pull me out of baneful defilement and keep me far from the punishing deities
while mollifying the swift eye of Justice that sees all.
May you always through your evil-averting help
give holy light rich with blessings to my soul,
once you have scattered the man-destroying poisonous mist,
and to my body fitness and gift-bestowing health;
bring me to glory, that in accord with the traditions of my fore fathers
I may cultivate the gifts of the Muses with pretty locks.
Give me, if you wish so, Lord, unshakeable bliss as a reward for lovely piety.
You perfect all things easily, for you have the power and infinite might.
And if some ill comes my way through the threads moved by the stars
from the spindles of destiny that revolve in helices,
ward it off yourself with your mighty radiance.

25 Dicembre: Sol Invictus

Il giorno del 25 dicembre è dedicato al "Sol Invictus" (Sole Invicibile) con il quale si celebra la perenne vitalità della luce.

Si tratta di una festa antichissima nota e celebrata in questo giorno già dagli antichi egizi: l'energia divina "Cuore del Mondo" o "Luce Intelligente" confluiva in una pietra sacra a forma di cono (Betilo - dimora degli Dei) o in pietre nere o pietre di flumine.

Il Sol Invictus era il protettore speciale degli Imperatori e di tutto l'Impero Romano.

In questo giorno in sostanza si celebrava una divinità unica, onnipotente, eterna ed universale di cui il Sole è la manifestazione più splendida. Questo grande Uno detiene la sostanza da cui tutti gli Dei sono formati.

Per questa ragione il cristianesimo si è impossessato di questa antica festa pagana facendola coincidere con la nascita di Gesù.

E' opportuno ricordare che il concetto di "sole" celebrato in questa giornata non si riferisce ovviamente al Sole in quanto "corpo astrale" o soggetto astronomico, ovvero la stella che vediamo nel cielo - unico Sole percepibile dai profani -, ma  il cosiddetto "Terzo Sole", "Centro dell'Universo", "Ente". Per opportuni approfondimenti consiglio la lettura del testo dell'Imperatore Giuliano "Ad Helios Re". Il seguente arcinoto "Inno al Sole" di Proclo può essere utilizzato come corretta invocazione.


Proclo: Inno ad Helios 

Ascolta, o re del fuoco intellettuale,
Titano dalle briglie d'oro, ascolta, dispensatore di luce,

 signore che possiedi la chiave della fonte della vita,
 e che sui mondi materiali dall'alto versi un copioso fiume d'armonia.
Ascolta, giacchè tu, che hai sede nel mezzo al di sopra dell'etere,
e tieni il cuore dell'universo, circolo luminosissimo, tutto riempisti della tua provvidenza,
eccitatrice della mente.
I pianeti, cinti dalle tue fiamme perennemente vivide,
sempre, con incessanti e infaticabili movimenti circolari,
mandano a favore di quanti vivono sulla terra stille vitali,
e ogni generazione, sotto i vostri ricorrenti corsi, rigermina secondo la legge delle Ore.
Il fragore degli elementi fra loro cozzanti cessa, quando tu,
che discendi da padre ineffabile appari.
A te cede il coro inconcusso delle Moire; che torcono all'indietro il filo del destino ineluttabile,
quando lo vuoi; giacchè sommamente sei potente e vastamente signoreggi.
Balzò fuori di vostra catena Febo, signore della sacra melodia;
divinamente cantando, al suono della cetra, placa l'enorme flutto della generazione dal cupo muggito.
Dal diffondersi della tua luce, che allontana i mali, nacque, dono soave, Peone,
e sua salute diffuse, dopo aver riempito il vasto universo di balsamica armonia.
Te cantano il glorioso padre di Dioniso;
e te Evio-Attis negli ultimi recessi della materia, te delicato Adone altri chiamarono nei loro canti.
E paventano la minaccia della tua agile sferza i demoni, agli uomini funesti, di cuor feroce,
che alle nostre infelici anime ordiscono danni, affinchè sempre
nell'abisso della vita dal cupo fragore
soffrano sotto il peso del corpo, bramosi del giogo,
e dimentichino la dimora eccelsa e splendente del padre.
Ma tu, ottimo fra gli Dei, coronato di fuoco, nume beato, immagine del dio creatore di tutte le cose,
tu, che le anime elevi,
ascolta, e purificami da ogni peccato per sempre;
e la preghiera di molte lacrime accogli, e liberami dal peccato che dà  dolore,
e tienmi lontano dalle espiazioni, placando l'occhio vigile di Dike che tutto vede.
Ad opera del tuo aiuto sempre salutare concedi all'anima mia
la luce purissima e beatissima, una volta dispersa la caligine,
funesta ai mortali, prodotta da veleno e al corpo il magnifico dono d'una perfetta salute.
Fâ chè io diventi famoso e che,
secondo il costume dei miei predecessori
possa aver cura delle Muse dalle amabili trecce.
Non turbato benessere, che nasce da amorosa pietà , se tu vuoi, concedimi, o Signore,
giacchè facilmente puoi compiere.
Tu, infatti, possiedi saldo ed infinito vigore.
Ma se, per i fusi delle Moire, rotanti sotto i fili tratti dai movimenti degli astri
qualcosa di funesto ci colpisce,
distòrnalo con la forza dell'impeto tuo.

venerdì 21 dicembre 2012

December 21st: Divalia

This day is dedicated to an ancient Goddess, Angerona - Dea Dia, so ancient that also for Romans was rather mysterious. This day and Dea Dia are devoted to the rites of a particularly important moment of the year: the winter solstice

In this peculiar day named dies brevissimus (shortest day), the Ianua Coeli (The Sky Gates) are opened (the Ianus' golden key) and light preavils again over darkness. The biological cycle of life begins again.

The importance of Dea Dia is given also by the fact that the temple of this Goddess, on 19 or 29 May, was the sacred place where the Arvales met to attend to important liturgies (Arvalia) in favour of Lares. Arvales, dressed with white gowns (white expresses magical sovereignty) through ceremonies for Dea Dia, Lares and Mars-father affirmed the ties of the mankind with Mother Earth.

During this day, which marks the beginning of the Arvalic Year, we remember our Lares or The Ancestors and the future descendants; we, the living part of the family, thus are the "present ring" of a long chain being suspended between past and future.

The Lar Familiaris is the "family's soul" whose symbol is the home firelight as in the case of Vesta Mater.

The home ceremony must be made after the sunset being addressed to the imagines of the two Home Lares (representing the two universal polarities: masculine and feminine).

The opening formula is as follows

SACRA PRIVATA PERPETUE MANENTO

Then the Ancient Invocation (Semones) of the Arvales:

E Nos Lases Ivvate (three times)
Neve Lve Rve Marmar Sins Incvurrere in Pleores (three times)
Satvr Fv Fere Mars Limen Sali Sta Berber (three times)
Semvnis Alternei Advocapit Conctos (three times)
E Nos Marmar Ivvato (three times)
Trivmpe (five times)

Afterwards, a very frugal meal can be eaten based on a simple soup of spelt, broad beans, lentils accompanied by simple flatbread and wine. Meat must be totally avoided.

21 Dicembre: Divalia

La giornata del 21 dicembre è dedicata ad una Dea antichissima, Angerona - Dea Dia, talmente antica da essere quasi misteriosa per gli stessi Romani. La giornata della Dea Dia ritualizza un momento particolarmente importante dell'anno: il solstizio d'inverno.

In questo giorno particolare detto dies brevissimus (giorno brevissimo) si aprono le Ianua Coeli ovvero le Porte del Cielo (Chiave d'Oro di Giano) e la luce torna a prevalere sulle tenebre. Ricomincia il ciclo biologico della vita.

L'importanza del ruolo della Dea Dia è data anche dal fatto che nel tempio di questa Dea si ritrovavano il 19 o il 29 di maggio, i Fratelli Arvali (Arvales) per svolgere importanti liturgie in favore dei Lares (Arvalia). Gli Arvali vestiti di bianco (colore che esprime sovranità magica) tramite le cerimonie alla Dea Dia, ai Lares e a Marte (padre e fecondatore), affermavano il legame degli uomini alla loro terra.

In questo giorno, che segna l'inizio dell'anno arvalico, quindi ricordiamo i nostri Lares ovvero gli antenati e i discendenti futuri: noi viventi rappresentiamo quindi l'anello "presente" di una lunga catena sospesi fra passato e futuro.

Il Lar Familiaris è "l'anima della famiglia" il cui simbolo è il fuoco domestico, come nel caso di Vesta (Vesta Mater).

La cerimonia domestica si deve svolgere dopo il tramonto del sole rivolti alle due immagini dei Lares domestici (rappresentanti le due polarità universali: maschile e femminile).

La formula di apertura della cerimonia è la seguente:

SACRA PRIVATA PERPETUE MANENTO

Quindi si reciti l'antica invocazione (Semones) dei Fratelli Arvali:

E Nos Lases Ivvate (tre volte)
Neve Lve Rve Marmar Sins Incvurrere in Pleores (tre volte)
Satvr Fv Fere Mars Limen Sali Sta Berber (tre volte)
Semvnis Alternei Advocapit Conctos (tre volte)
E Nos Marmar Ivvato (tre volte)
Trivmpe (cinque volte)

Successivamente si può consumare un pasto frugale a base di una minestra di farro, fave e lenticchie accompagnata da semplici focacce e vino.

Evitare tassativamente la carne.

lunedì 10 dicembre 2012

Saturn

Saturn is an extremely complex Divine Force. According to Macrobius, great mysteries were hidden in the Saturnalia rites.
 
Saturn is a titanic divine force deriving from the union between the Sky and the Earth in symbolic, hermetic and esoteric meanings.

In this meaning (and only in this not-profane meaning) Saturn is "the Ancient", he symbolizes a primordial state, the Saturnia Regna - the Golden Age/Satya-yuga - the beginning of the Sacred Time. With Saturn, the vital energy of the Earth ceases to be linked to Chaos.

Saturn is evirated (separation from power) and chased away by Jupiter. For this reason Saturn hid himeself in Latium and then he disappeared from the Earth. With Jupiter the Age of Silver begins followed by the Age of Bronze and Iron.

Saturn is at the base of the Roman Tradictional doctrine of the "Cycles": he represents the Cyclical Death presupposing the beginning of a new cycle. Being hidden in Latium, the Traditional Roman Religion directly derives from the primordial traditional wisdom and knowledge of the Golden Age.

Saturn is the guardian of the secrets of Agriculture (Sator - he cultivating) and navigation (in esoteric sense): he is a Divine Force connected to the "Depth", the Underworld.

All the altars are sacred to Saturn. The ara in the past was just an ara graminacea or a clod of grass and Saturn represents also the primordial fire. During the Saturnalia candles were lit dedicated to the Superior Saturnali to be placed upon the altars.

According to a hermetic perspective, Saturn is symbolized by Lead (Reverse Gold) as expression of the "Matter". Lead and Gold are both generated by the same Force of Saturn. He brings a sickle as symbol of Dissolution and a compasses as symbol of Coagulation.

From Saturn the spyral initiation process begins: for this reason it is considered the most important step because representing the "primordial matter" without any form of derivation.



This explains the sentence: "find the hidden Gold in Saturn". This may explain also the reason why the treasury of the Roman State was placed in the Temple of Saturn. 

Orphic Hymn to Kronos/Saturn (offering incense)

Etherial father, mighty Titan, hear,
Great fire of Gods and men, whom all revere:
Endu'd with various council, pure and strong,
To whom perfection and decrease belong.
Consum'd by thee all forms that hourly die,
By thee restor'd, their former place supply;
The world immense in everlasting chains,
Strong and ineffable thy pow'r contains
Father of vast eternity, divine,
O mighty Saturn, various speech is thine:
Blossom of earth and of the starry skies,
Husband of Rhea, and Prometheus wife.
Obstetric Nature, venerable root,
From which the various forms of being shoot;
No parts peculiar can thy pow'r enclose,
Diffus'd thro' all, from which the world arose,
O, best of beings, of a subtle mind,
Propitious hear to holy pray'rs inclin'd;
The sacred rites benevolent attend,
And grant a blameless life, a blessed end.

 

Saturno

Saturno è una forza divina estremamente complessa. Come ricorda anche Macrobio, grandi misteri si occultavano nei riti saturnali. 

Saturno è forza divina titanica che deriva dall'unione Cielo e dalla Terra in senso simbolico, ermetico ed esoterico. 

In questi sensi (e solo in questi significati non profani) Saturno è "L'Antico", simboleggia la promoridalità, i Saturnia Regna - l'Età Aurea/Satya-yuga - l'inizio del Tempo Sacro. Con Saturno, l'energia vitale della Terra cessa di essere legata al Caos.

Saturno viene evirato (separazione dalla potenza) e scacciato da Giove (per questo si nascose nel Lazio e poi svanì dalla Terra) e con Giove si passa dall'Età dell'Oro all'Età dell'Argento. Oltre si succedono l'età del Bronzo e poi del Ferro. 

Saturno è alla base della dottrina tradizionale romana dei "cicli": egli rappresenta la morte ciclica che presuppone l'inizio di un nuovo ciclo. Essendosi celato nel Lazio, la Religione Tradizionale Romana è emanazione della sapienza tradizionale primordiale dell'Età dell'Oro.

Saturno è il conoscitore dei segreti dell'agricoltura (Sator - il coltivatore) e della navigazione (in senso iniziatico); è una Forza Divina connessa alla "profondità", al Mondo Sotterraneo.

A Saturno sono sacri tutti gli Altari. L'ara anticamente era semplicemente ara graminacea ovvero una zolla di terra e Saturno si identifica con il fuoco promordiale. Durante i Saturnali infatti si accendevano candele di cera dedicate ai "saturnali superiori" da porre sugli altari.

Da un punto di vista ermetico, Saturno è simboleggiato dal Piombo (Oro Inverso), come espressione della materialità dei corpi. Piombo e Oro sono prodotti dalla stessa forza di Saturno. Egli reca la Falce (dissoluzione) ed il Compasso (coagula). 

Saturno è il punto di partenza del grande iniziatico processo a spirale: per questo esso è il più importante perchè costituisce la "materia primordiale" senza alcuna forma di derivazione. 



 Ciò spiega l'espressione: individuare l'Oro Nascosto in Saturno. Questo può anche spiegare perchè il Tesoro dello Stato Romano era conservato nel Tempio di Saturno.

Inno Orfico a Crono/Saturno (si offra incenso)

Sempre fiorente,
padre degli Dei beati e degli uomini,
dai vari espedienti, incorrotto,
di grande forza, prode Titano,
che tutto esaurisci
e al contrario tu stesso accresci
che hai legami infrangibili nel cosmo infinito,
Crono generatore assoluto dell’eternità,
Crono dal vario parlare,
germoglio di Terra e Cielo Stellato,
nascita, crescita, diminuzione,
sposo di Rea, augusto Prometeo,
che abiti in tutte le parti del cosmo,
capostipite, dai disegni tortuosi,
ottimo: ascoltando la voce supplice
manda un felice termine di vita
sempre irreprensibile.



lunedì 3 dicembre 2012

December

December derives its name from the fact to be the 10th month of the king Numa's ancient calendar which begins on March. 
 
December represents the "depth", the origins, the Antique and Primordial Time: the beginning of Time. This is a very particular month focused essentially on the festivities and rites of Saturnalia and Divalia (dec. 21st). If Janus represents the beginning, Saturnus (to which December is dedicated) represents the "end".

During December Nature turns her energies back to Earth: a cycle ends as precondition for the opening of the next one. This is a period of Death, not in a profane sense, praparing a re-generation time. The Ianua Coeli open in December.
 
 
Main festivities are:

  • 1 december - Bona Dea
  • 5 december - Faunalia
  • 10 december - Janus' Agonalia
  • 15 december- Consualia
  • 17 december- Opalia
  • 18 - 22 december- Saturnalia
  • 21 december- Divalia
  • 25 december- Sol Invictus

Dicembre

Dicembre deve il suo nome al fatto di essere il decimo mese dell'antico anno che iniziava a Marzo. Dicembre rappresenta la profondità, le origini, il Tempo Antico, la primordialità e l'inizio del Tempo. E' un mese molto particolare poichè il mese si incentra sui Saturnalia e sulla data del 21 dicembre (Divalia). Se Giano rappresenta "l'inizio", Saturno (a cui il mese di Dicembre è dedicato) rappresenta "la fine".
 
Nel mese di Dicembre la Natura si richiude in sè stessa, si chiude un ciclo in preparazione all'apertura di uno nuovo: è un periodo di Morte, non nel senso profano, che prepara la rigenerazione. Si aprono le Ianua Coeli.

Le festività principali sono:
  • 1 dicembre - Bona Dea
  • 5 dicembre - Faunalia
  • 10 dicembre - Agonalia di Giano
  • 15 dicembre - Consualia
  • 17 dicembre - Opalia
  • 18 - 22 dicembre - Saturnalia
  • 21 dicembre - Divalia
  • 25 dicembre - Sol Invictus

giovedì 22 novembre 2012

Baculum - Fides

One of the symbols characterizing a Cultor and a Cultrix is the baculum, a long wooden stick. It shows to be part of the community of Cultores of the Traditional Roman Religion. As vitis is a symbol of a pater/mater familias, lituus for the augur, the sceptre for the pontifex/pontifica,  baculum is the first  tool-symbol in the hierarchy of the ordo.

Being a long wooden stick, a man or a woman undertaking the Via without a baculum are essentially weak because their walking is lacking a support. 

The term "imbecile" (imbecille in italian) indicates a person without a baculum, unable to stand up both in physical and metaphorical sense. He/she is with no support, an idiot, a weak man/woman.  
Baculum is therefore a support to which one can rely on: it is the symbol of Fides the main support  to safely undertake the Via towards the Virtus. Without Fides one cannot be defined a Cultor/Cultrix  and consequently a good pater/mater familias, an augur, a pontifex... Fides, as well as the baculum is the foundation for our walking along our spiritual path.

It is important to highlight that Fides cannot be translated with the term "Faith" and there is no relation with this profane concept. Fides is something more complex and deeper. Faith in monoteism is a sentimental feeling and a passion expression where rational thought is denied in order to clutch at a revealed truth. Faith is often linked to body humiliations, an inner passivity, soul mortification, lack of rationale: this explains why, in the worst cases, faith in monoteism is a the base of fanaticism.

Fides, on the contrary, is closer to the idea of "Trust", "Reliability", "Confidence". Unfortunately, as in other occasions, we have no words in the modern languages  to correctly describe so complex concepts.

Not accidentally, Fides, in its sacralization, is strctly linked to Mens (Rational Thought). This is to confirm its abyssal distance from the monoteistic and fanatical idea of faith (faith is "blind" like rage and anger).

Fides is the basic principle for the human relations, for the relations between mankind and Deities. It is at the base of the civil life, oaths, obligations and pledges  (Fides preuspposes Dius Fidius) and the Pax Deorum. Fides is therefore a support to give shape to loyalty, fidelity, honor and respect as religious and ethical fondations.Without Fides, there are no reference points, human relations are untrustworthy, relations with Gods/Goddesses are empty. It means that one is relying on Fortune: he/she is living randomly, he/she is a weak and vulnerable  person.

All this explains why in Ancient Rome Fides had one of the oldest and highly considered cult as precondition for civil life.

The idea of Fides can explain also why, as I have already written, a Cultor/Cultrix "doesn't pray" in monosteistic and profane sense. At the base of the relations with the Deities there is no faith, but Fides or reciprocal trust. A Cultor/Cultrix and Deities are linked by a relation inspired by Fides: it means that both parties are trustworthy and capable to give trust. One can give trust only to whom is capable to inspire confidence.

Fides is a pure and upright force. For this reason the Flamines in the rites dedicated to Fides, showed their right hand covered with a white cloth. The right hand is a seat sacred to Fides. One give the right hand to express his fidelity, to make an oath. The right hand is the incarnation of Fides.

The white light in the Full Moon night is dedicated to Fides.

Fot these reasons Fides is a support like a baculum helping us during our walking. along the path A Cultor/Cultrix consequently has no faith: he/she must have no faith, because if he/she loses the contact with Mens, he/she becomes blind losing the state of awareness and awakening.

It is rather necessary to have "Trust", to rely on Fides.

mercoledì 21 novembre 2012

Baculum - Fides

Uno dei simboli che caratterizzano un Cultor o una Culltrix è il baculum, un lungo bastone che appunto indica l'appartenenza alla comunità dei Cultori/Cultrici della Religione Tradizionale Romana. Come il vitis simboleggia lo status di pater/mater familias, il lituus quello di augur, lo scettro quello di pontifex/pontifica, ecc... il baculum è il primo strumento-simbolo nella gerarchia dell'ordo.

Essendo un lungo bastone, un uomo o una donna incamminati nella via senza baculum sono deboli perchè il loro camminare è privo di appoggio.  Dal fatto di essere privo di baculum deriva la parola italiana imbecille ovvero colui che non sta in piedi sia in senso fisico che metaforico, un uomo senza sostegni, senza appoggi: un debole.

Il baculum è quindi un sostegno su cui ci appoggiamo: esso è il simbolo della Fides che è l'appoggio che ci consente di incamminarci con sicurezza sulla Via verso la Virtus. Senza Fides non si può essere un Cultor o una Cultrix e quindi nemmeno un buon pater familias o una buona mater familias: meno che mai un augure o un pontefice... E' la base, il sostegno su cui fondiamo il nostro cammino lungo il nostro percorso spirituale.

E' bene precisare che Fides non corrisponde all'italiano e al profano Fede. E' un concetto molto più profondo e più complesso. La fede del monoteismo è un'espressione sentimentale e passionale in cui si rinnega la ragione per aggrapparsi ad una verità rivelata. La fede presuppone una passività mentale, che è caratteristica dei "poveri di spirito". La fede spesso si connette ad un'umiliazione del corpo, ad una negazione della ragione, una passività interiore e mortificazione dell'animo.

Fides invece è più vicina al concetto di "fiducia", "affidabilità".  Purtroppo, in questo caso come in altri, non abbiamo più le parole per esprimere concetti così complessi.

Non è un caso che Fides, nella sua sacralizzazione, sia strettamente connessa a Mens (il pensiero razionale). Questo conferma la sua distanza abissale dall'idea monoteistica e fanatica di fede (la fede è "cieca" come l'ira ed il furore). 

Fides è il principio dei rapporti fra gli uomini e fra questi e gli Dei/Dee. E' quindi alla base della convivenza civile, dei giuramenti (presuppone Dius Fidius) e della Pax Deorum. Su Fides noi quindi ci appoggiamo per dare forma alla fedeltà, all'onore e al rispetto come basi dell'etica e della religione. Non avere Fides vuol dire non avere più punti di riferimento, indebolire tutti i rapporti fra gli uomini e con gli Dei/Dee, significa affidarsi alla Fortuna, al caso: vuol dire essere deboli, vulnerabili.

Questo spiega perchè Fides deteneva a Roma uno dei culti più antichi, sentiti e rispettati perchè è il presupposto per la vita stessa di una comunità civile.

L'idea di Fides spiega anche perchè, come ho già scritto altrove, il Cultor e la Cultrix non "pregano" nel senso monoteista e profano del termine. Ciò avviene perchè alla base del rapporto con gli Dei/Dee c'è  Fides, non la fede, ovvero la "fiducia" reciproca. Cultori e Dei sono quindi legati da un rapporto ispirato da Fides che significa che entrambi sono degni di fiducia e capaci di dare fiducia: si dà fiducia a chi è affidabile.

Fides è una forza pura e integra. Per questo i Flamines nei riti ad essa dedicati si presentavano con la mano destra avvolta in un panno bianco: la mano destra è infatti una sede consacrata a Fides, la mano destra si porge per esprimere fedeltà. La mano destra è l'incarnazione stessa di Fides.

Le notti di luce bianca generata dalla Luna Piena sono dedicate a Fides.

Per questo ci appoggiamo a Fides come un baculum, come un sostegno per aiutarci nel nostro cammino. Il Cultor e la Cultrix quindi non hanno fede. anzi non devono averla perchè, perdendo il contatto con Mens, significa perdere lo stato di consapevolezza e di risveglio. 

E' necessario invece avere Fiducia.

mercoledì 14 novembre 2012

Feronia

These days are dedicated to Feronia, an Ancient Italic Goddess whose cult was highly felt above all by rural communites. Her cult even survived well behind the cruel imposition of christianity. 

Feronia is a potnia  or a Lady.

Her name derives by ferus whose meaning is wild, not cultivated, not domesticated, rural, pertaining the forests and the wild places. She is "The Lady of the wild animals", "Lady of the Forests", "She brings flowers". Feronia represents the sacralization of anything has not been touched by civilization yet. She is also an agricultural goddess: therefore she is a Dea Inferorum.

Feronia is a Solitary Goddess giving sacred life to the places situated far away from the cities: she protects Nature but for the benefit of men and women, for their feeding and health.

Feronia is associated to Bona Dea and Diana: she is a virgo as well or "not limited by bonds", "completely free".

Feronia is represented with a diadem on her head: she has a woodpecker on the left hand (Picus Feronius), oracular symbol.

All the wild places are sacred to Feronia: in the past she had a lucus near Circeo, another one just few kilometers in the north of Rome (at present still viable: lucus Feroniae) and a small hidden lucus in Rome where the Arvales on december 13th broght their offerings.

To Feronia we can offer products of our garden and new wine in a wood.

Feronia

Questi giorni sono tutti dedicati a Feronia, un'antica Dea Italica il cui culto era molto sentito, riuscendo a sopravvivere ben oltre l'affermazione violenta del cristianesimo.

Feronia è una potnia ovvero una "Signora". Il suo nome deriva da ferus che significa selvatico, non coltivato, non addomesticato, campestre, pertinente alle foreste e ai luoghi selvaggi. E' quindi una "Signora degli animali selvatici", "Signora dei boschi", "portatrice dei fiori".  Feronia rappresenta la sacralizzazione di tutto ciò che non è ancora toccato dalla civiltà. Essa è anche Dea agreste quindi Dea Inferorum.

Feronia è una Dea Solitaria, che vivifica i luoghi distanti dalle città; essa tutela la Natura, ma in funzione degli uomini e delle donne, per la loro alimentazione e salute.

Feronia è associata a Bona Dea e a Diana: anch'essa è una virgo ovvero "non costretta da vincoli", "libera di sè".

Feronia viene rappresentata con un diadema sul capo: essa regge con la mano sinistra un picchio (Picus Feronius), simbolo oracolare.

A Feronia era dedicati tutti i luoghi selvaggi: possedeva un lucus vicino al Circeo, uno a pochi chilometri a nord di Roma (ancor oggi visitabile: il lucus Feroniae) ed un piccolo lucus appartato nel Campo Marzio a Roma dove il 13 dicembre i Fratelli Arvali portavano le loro offerte.

A Feronia in questi giorni possiamo offrire primizie dell'orto e vino nuovo in un bosco.


lunedì 12 novembre 2012

Colere Deos/Deas

-->
One of the most important term in the Traditional Roman Religion is the verb colere (to cultivate) from which derives the expression: Colere Deos/Deas. It resumes a particular feeling and a way of living still very shared among the modern Cultores. Not accidentally, terms like cultura (culture) and cultus (cult) derive from this verb.

Cultores do not "pray" in conventional terms: Gods/Goddesses must be "cultivated". Colere actually describes also the act of farming, taking care of a field according to the inner Nature’s laws (agri-culture). Cultivating a field and cultivating Gods/Goddesses state an active relation of taking care with a spiritual disposition and concrete actions inspired by the perception of the immutable laws on the Nature and the Universe.

Colere Deos/Deas, Colere Agros describe the same modality to approach the Divine Sphere which coincides with the modality to approach Nature based on “respect” evidencing our limits and our right place in the natural order.

Colere Deos/Deas is firstly a spiritual attitude involving a constant personal commitment through the practice of Virtus and Pietas, fundamental principles to undertake the Roman Via and to maintain its course. This attitude can be materialized in rituals and ceremonies but above all it presupposes the adoption of some basic values. For example Fides, describing the reciprocal religious duties between mankind and Deities and among humans, is embedded in loyalty, honesty, fairness in actions and expressions. Constantia, the coherence and firmness in principles and purposes, appears in everyday life through the firmness and perseverance in behaviours. Gravitas, a peaceful and sound force deriving from personal ethic values, can be manifested by dignity and composure in actions and expressions.

Cultivating plants and cultivating Deities are forms of respecting the natural course, practicing a virtue, a spiritual discipline, an ancient knowledge linked to the Ancestors. Acknowledging the living presence of the Deities in Nature, any action of cultivating represents a way to improve and cultivate the individual material and spiritual life. This explains why any activity related to Earth and Nature (i.e. agriculture itself) is considered sacred because fundamentally seen as a rite.

As a good farmer, a modern Cultor, as in the past, practices a conscious attention towards signs and signals coming from Gods/Goddess also as energies of Nature: he/she makes all considered necessary to live in harmony with those energies and forces giving life to reality (Pax Deorum).

Religion and agriculture are thus very similar spheres because both dimensions imply a (re)connection with Nature, her energies, time and rhythms where physical and spiritual elements are (re)joined together.

This living flow is sacralised in several Divine expressions as manifestations of rhythms of life, signs and values coming from a living environment speaking not only a biological and physical language but also a spiritual one.

Today the concept of Colere Deos/Deas is likely to have therefore greater importance: it implies, among others, an opportunity to understand again the language of Nature and the Universe to communicate again with our Mother Earth.

This sound feeling in honouring Nature as expression and manifestation of honouring Deities was broken down by Christianity: according to Augustine of Hippo, Nature is “massa diaboli et perditionis”. Such a view is at the base of the modern de-sacralization of Nature seen as object, a dis-organic mass of inert matter, to be manipulated by science and technology.[1]

As consequence of this, agriculture for example today is a totally de-sacralized activity, just a profane act based only on land exploitation for economic goals. Deprived of its religious meaning, agriculture is often a highly polluting non-sense job: the same can be evidenced in all the human activities deprived of this sacred dimension. Anything is thus polluted at environmental, health and psychological level.

Colere Deos/Deas describes therefore a “rejoining path”, a Via to become again in harmony with the Earth and Nature which today are likely to be completely separated from us by a high wall only partially solved by the illusion of science and technology. When one can feel to be again integral part of the Nature, with no claims to dominate her and consequently to dominate Deities, this wall will disappear and the Nature and the reality around us won’t be no longer sources of anxiety, fear and anger.




[1] Sermonti G. (1982), “L’anima scientifica”, La Finestra, Rome.

Colere Deos/Deas

-->
Una delle parole più importanti della Religione Tradizionale Romana è certamente il verbo colo (inf. colere) da cui deriva l’esspresione: Colere Deos/Deas. Questa espressione sintetizza un particolare modo di sentire e di vivere, che è ancora molto presente fra i Cultores contemporanei, e descrive la caratteristica di colui/colei dotato di virtus e pietas.

Coltivare gli Dei/Dee è un’opera che richiede un impegno personale costante ed una forza tranquilla: lo strumento principale per alimentare questa forza tranquilla è la pratica della Virtus che è il principio fondamentale per intraprendere la Via e mantenersi sul suo percorso. Una disposizione adeguata dello spirito quindi, che si materializza in riti, cerimoniali ma soprattutto in alcuni valori fondamentali. Innanzitutto la Fides che descrive la reciproca obbligazione religiosa e morale tra l'umanità ed il Divino, e fra tutti gli uomini. La Fides si esprime nella lealtà, fedeltà, onestà negli atti e nelle parole, nella vita pubblica e privata, nella reciproca fiducia e sicurezza. Vi è poi la Constantia ovvero assoluta coerenza e saldezza di principi e propositi. Essa traspare nella quotidianità per mezzo della fermezza e la perseveranza negli atteggiamenti. Quindi deve essere segnalata la Gravitas, una forza tranquilla e sicura di coscienza del proprio valore morale. Si manifesta nella dignitosa compostezza degli atti e delle parole.

E’ importante evidenziare che il verbo colere descrive anche l’atto della coltivazione della Terra, avere cura della coltivazione, seguendo le leggi più intime della Natura. Coltivare la terra e coltivare gli Dei/Dee esprime quindi un rapporto attivo di cura, di opera, di attività basato sulla percezione di leggi immutabili della Natura e dell’Universo di cui fa parte anche l’uomo e la donna, la famiglia, la comunità e lo Stato.

Coltivare le piante nel rispetto delle leggi Naturali e coltivare gli Dei/Dee, come fa il buon contadino, significa esercitare in primo luogo la Virtù, una disciplina dello spirito, la pratica e l’esercizio di un sapere antico che rimanda agli Antenati (mos maiorum). Riconoscendo la presenza del Divino nella Natura, nelle piante e nella pratica della coltivazione e considerando l’agricoltura stessa come dono divino, si riconosce un modo di “coltivare” la vita stessa.

Per questo motivo, come il buon contadino, il Cultor, oggi come in passato, compie tutti quegli atti destinati a vivere in armonia con quelle forze ed energie che riempiono la realtà. “Coltivare gli Dei/Dee”, con gli strumenti della Pietas e della Virtus, significa incamminarsi sulla Via Romana diretta a conseguire la Pax Deorum. Colere Deos/Deas e Colere Agros consentono quindi di realizzare un uomo e una donna con salde radici nella propria terra e nel proprio spirito, nello Spazio e nel Tempo.

Questo approccio spirituale spiega ad esempio perché il lavoro agricolo debba essere considerato un'attività sacra perché è un rito rivelato dal Divino tramite un mito. Lo scopo dell’agricoltura, così come della pratica religiosa, non è quello di ottenere qualcosa, nel senso profano del termine, ma giungere al perfezionamento dell’essere umano perché si mira a nutrire il corpo e lo spirito come entità che si fondono in ciascun individuo. Riallacciarsi agli Dei/Dee è quindi anche sinonimo di riallacciarsi alla Natura, alle sue Energie, ai suoi tempi e ai suoi ritmi: la vita diventa più semplice (sin-plex: senza piega), più “naturale” e quindi più frugale perché la parte fisica e quella spirituale si ricongiungono in pace ed in armonia.

Colere Deos/Deas, Colere Agros quindi descrivono lo stesso concetto: una modalità di approcciarsi al Divino che coincide con quello di approcciarsi alla Terra e alla Natura sulla base, in entrambi i casi, del “rispetto”, della percezione del “limite” ad indicare il nostro giusto posto nell’ordine delle cose.

Non casualmente. da questo verbo derivano quindi i termini cultura e cultus: sono proprio i termini cultus e Cultor che descrivono l’attenzione nei confronti dei segni e delle voci che provengono dagli Dèi, in primo luogo come energie vivificanti la Realtà e la Natura, ma anche come componenti intrinseche dell’essere civis perno centrale della civica, della comunità e dello jus civile.

La percezione di questo flusso vivificante trova molteplici espressioni divine che diventano espressioni sacralizzate di un ritmo vivente, di segni, segnali e valori di una rete in comunicazione continua che parla con un linguaggio biologico e fisico ma anche meta-fisico.

Per questo il concetto di Colere Deos/Deas è oggi un principio religioso di grande importanza perché significa anche tornare a capire il linguaggio della Natura, del Mondo, dell’universo: vuol dire ricreare un linguaggio che permetta di tornare a comunicare con la Terra.


Questo forte legame fra il rendere onore alla Natura come espressione del rendere onore al Divino venne spezzato con il cristianesimo: Agostino definisce la natura “massa diaboli et perditionis” e tale concezione alla base della laicizzazione moderna della natura (1). Tale visione è alla base della moderna de-sacralizzazione della Natura che viene vista solo come oggetto, una massa disorganica di materia inerte, che può essere manipolata dalla scienza e dalla tecnologia.

Senza il suo significato religioso, lo stesso lavoro agricolo diventa profano, squallido e privo di senso e lo stesso accade per tutte le attività umane che vengono svuotate di questo contenuto sacro. Gli effetti di questa privazione li vediamo tutti i giorni sia a livello ambientale che a livello della qualità della salute fisica e psichica dell’umanità.

Coltivare gli Dei/Dee è quindi un percorso di ricongiungimento, una Via, per tornare ad essere una cosa sola con la realtà, la Terra, la Natura che oggi appaiono totalmente separate da noi da un muro insormontabile solo apparentemente risolto con l’illusione della scienza e della tecnologia. Quando si torna ad essere parte della Natura, senza la pretesa di dominarla quindi senza la pretesa di dominare gli Dei/Dee, allora la realtà e la Natura cessano di diventare una fonte di ansia, di paura e di preoccupazione.

(1)
-->Sermonti G. (1982), “L’anima scientifica”, La Finestra, Rome

venerdì 9 novembre 2012

The Olive Tree

In this period, in many areas around the Mediterranean Sea many people are involved in olive harvesting. For this reason I have decided to dedicate this post to a tree having a very important role in the Traditional Roman Religion: the Olive Tree.
 
I would like to highlight that when I talk about trees, in this case as in other occasions, I do not want to make historical or cultural anthropological considerations but rather to provide some reflections about a way, in my opinion, to consider the trees for a modern Cultor/Cultrix as Deities' living manifestations.

Today, as in the past, olive and oil are fundamental components in the Mediterranean diet and the Mediterranean landascape itself cannot be imagined without olive trees. Quite commonly we in Italy eat olives (in various modalities and dishes) and we always make common use of oil whose benefits for health have been confirmed also by science.

The olive tree is a "cosmic tree" by definition: it is the "Tree of Life".

Oil is a sacred food; so sacred to be used to "consacrate".

The olive tree is sacred to Minerva. I think that the link between this tree and Minerva can be explained by the fact that in the past oil was used also for fuelling lanterns. Oil is thus a "light-maker". Minerva is the sacralization of the "Light of Reason": so oil symbolically fuels this light.

The olive tree is sacred also to Ceres because is a tree providing food to mankind.

Wood from olive tree is one of the main material to create sacred symbolic imagines. Cutting or burning an olive tree with no reason is considered an insult to all Gods/Goddesses in particular to Minerva and Ceres.
------
After the oil harvest in mid-november we use. to celebrate the new oil, to have a dinner with family members and friends based mainly on oil. Oil is used on slices of garlic bread, to dress beans, onions and chickpeas.



giovedì 8 novembre 2012

L'ulivo

In questo periodo dell'anno nei Paesi del Mediterraneo ci si dedica alla raccolta delle olive. Per questo motivo dedico allora questo post ad un albero che detiene un ruolo molto importante nella Religione Tradizionale Romana: l'Ulivo.

Ci tengo a precisare che quando parlo di alberi, in questo caso come in altri post, non lo faccio con riferimento a criteri storici relativi alla Cultura Romana nè tantomeno a criteri di antropologia culturale. Quello che intendo fare è semplicemente fornire una prospettiva secondo la quale, a mio parere, un Cultor o una Cultrix dovrebbero considerare oggi gli alberi come manifestazione vivente ed attuale del Divino. 

Oggi, come in passato, non esiste frutto più utile dell'oliva e non possiamo immaginare il paesaggio mediterraneo senza gli ulivi. Le olive vengono normalmente consumate come alimento, ma l'olio in particolare è alla base della nostra dieta quotidiana i cui benefici per la salute sono oggi convalidati dalla scienza. 

L'ulivo è un albero cosmico per definizione: è "Albero di Vita".

L'olio è un alimento sacro: talmente sacro da essere utilizzato per "consacrare" (consegnare agli Dei/Dee).

L'ulivo è un albero sacro in primo luogo a Minerva. Si può pensare che il collegamento fra l'ulivo e Minerva sia dovuto al fatto che l'olio anticamente veniva usato per alimentare le lanterne: l'olio quindi è "apportatore di luce". Poichè Minerva simbolegga la Luce della Ragione, l'olio viene collegato a questa Dea come la civetta che può vedere nelle tenebre.

L'ulivo è anche consacrato a Cerere perchè è un albero che fornisce alimento agli uomini.

Il legno d'ulivo è il materiale principale per realizzare immagini simboliche divine. Abbattere o bruciare un ulivo senza necessità è un'offesa a tutti gli Dei e a tutte le Dee in particolare Minerva e Cerere.
-----
Dopo la roccolta delle olive verso la metà di Novembre, di solito organizziamo una cena con tutta la famiglia e gli amici per celebrare l'Olio Nuovo. Questa cena viene fatta a base di pane aglio e olio: l'olio viene usato per condire piatti di legumi (fagioli, ceci, lenticchie) e cipolle. 

lunedì 5 novembre 2012

November

November, whose name derives from the fact that it was the 9th month in the ancient calendar beginning in March, represents a period of "Interiority". 
November is focused on the flow of the natural energy returning back underground during winter. This period is dedicated to Infernal underground Gods (Inferi) from who derives the energy for the creatures on the surface.

November is thus dedicated to Pluto (Underground Jupiter) whose name means "extremely rich", and to Proserpina (the Girl walking like snakes). Pluto represents the deep, Proserpina the vital force nourishing life in spring.

Black animals, cypress and narcissus are sacred to Pluto. He may be evoked beating the hands on the ground.

Pomegranate tree and poppy are sacred to Proserpina who protects also funerals.

Novembre

Il mese di Novembre, così denominato perchè era il nono mese dell'anno antico che iniziava a Marzo, rappresenta il periodo dell'"Interiorità". 
Novembre è focalizzato sul flusso dell'Energia Vegetativa e Vitale che rientra nella Terra  durante tutto il corso dell'inverno. E' un periodo dedicato alle divinità sotterranee (Inferi) da cui deriva l'abbondanza della vita sulla superficie della Terra.

Novembre è dedicato pertanto a Plutone (Giove Infero) che significa "Ricchissimo", il "Dovizioso" e a Proserpina ("La Fanciulla che procede come i Serpenti"). 
 
Plutone rappresenta la profondità, Proserpina la forza vitale che alimenterà la vita in primavera.

A Plutone sono sacri tutti gli animali neri, il cipresso ed il narciso. Viene invocato battendo le mani per terra.

A Proserpina sono sacri il melograno ed il papavero. I funerali sono sottoposti alla sua protezione.

lunedì 29 ottobre 2012

Religio

I believe that the main aim of a religion as well as any other spiritual credo should be directed to the achievement of personal peace, harmony, balance towards ourselves, other people, Nature, the world around us, the Universe inside us and the universe around us. A religion should be aimed to help us in overcoming our fears: fear of Death, but also, and maybe more important, fear of Life. Quite paradoxically, the de-sacralized society based on monoteism and technology has removed Death as a fear, but remarkably amplifying the fear of Life

If a religion is only a series of norms, prohibitions, fears, rules and rigid rites unable to provide us with such peace and harmony, then this religion is not for us, but rather against us.

Within a traditional polytheistic perspective based on the Latin-Roman heritage, we accept any path capable to direct us to the Via: for this aim, we are referring to this great spiritual heritage from the Roman tradition and if, along this path, we perceive peace and serenity, it means that we are "cultivating Gods/Goddesses" (colere Deos/Deas), we are "cultivating our lives" like a good farm in his field.

Only in this way, any rite, even the simplest one, may acquire a great meaning: a libatio but also sharing a simple bowl of soup and a glass of wine at supper with our family or with some friends, can become a great liturgy. Without this practical and spiritual simplicity and sincerity, great rites are only shows: nothing else.

When Plotinus says that: "I have not to go to the Deities but they have to come to me", he describes this concept: we must be in the better spiritual condition, through the Pietas and Virtus, to meet them, calming our mind and spirit, free our soul from the superfluous everyday life throw to us, becoming capable to receive these guests.

Overcoming the fear of Life: this is also another important aspect and result of the Pax Deorum


Religio

Penso che scopo di una religione e di un qualsiasi credo spirituale dovrebbe essere quello di farci stare in pace, in armonia, in equilibrio con noi stessi, con gli altri, con la Natura, con il mondo che circonda, con l'Universo fuori di noi e con l'Universo dentro di noi. Scopo di una religione deve essre quello di farci vincere in primo luogo le nostre paure: paura della Morte, ma anche, e non da meno, paura della Vita. Paradossalmente, la società de-sacralizzata monoteista e tecnologica ha esorcizzato la paura della morte, ma ha amplificato a dismisura la paura della vita.

Se una religione si riduce ad una serie di norme, divieti, paure, regole e riti rigidi che non ci danno niente di tutto questo allora, questa religione non è per noi, ma contro di noi.

In un'ottica politeista tradizionale di retaggio Latino-Romano, non possiamo che accettare qualsiasi percorso che ci consenta di imboccare e di percorrere una Via: per questo scopo, utilizziamo il grande retaggio spirituale di questa grande tradizione e se, percorrendo questo percorso percepiano serenità e tranquillità, allora significa che stiamo "coltivando gli Dei/Dee" (colere Deos/Deas), stiamo "coltivando la nostra vita" come fa un buon contadino con il suo campo. 

Solo in questo modo qualsiasi rito, anche il più semplice, può assumere un significato enorme: una libatio, ma anche condividere una scodella di minestra e un bicchiere di vino con la propria famiglia o con gli amici può diventare una liturgia. Se manca questa semplicità e questa sincerità materiale e spirituale, i grandi riti sono solo spettacolo: nient'altro. 

Quando Plotino diceva che "lui non doveva andare dagli Dei, ma erano loro che dovevano andare da lui" intendeva proprio questo: dobbiamo metterci nella condizione spirituale migliore, attraverso la Pietas e la Virtus, per incontrarci con loro: rasserenare la mente e lo spirito, liberarli di tutto il superfluo che la quotidianità ci scarica addosso e farci trovare degni di accogliere dei simili ospiti. 

Vincere la paura di vivere: anche in questo consiste il conseguimento della Pax Deorum.  

lunedì 22 ottobre 2012

Celia Concordia and the "White Ladies"

I would like to dedicate this post to Celia Concordia, probably the last Vestal Maxima about who we have historical information. Celia Concordia and the other Vestals were chased away from the Aedes of Vesta after the persecutions of Theodosius (IV-V century), the suppression of the traditional Cults and the extinction of the Sacred Fire.

The Vestals' dispersion  still remain a critical moment in History actually not well studied: similarly, the fate of other members of the traditional religious orders still remains poorly known.

In my opinion, it is quite difficult that Celia Concordia and the other Vestals, as expressions of an ancient tradition highly shared anong the Cultores, could be suddenly ignored and forgotten. Notwithstanding the violence and the ferocity of the new religion and its supporters, they should have a relevant prestige, importance and consideration for many women and men not only in Rome, but rather everywhere the traditional cults survived. .

I think about Celia Concordia and the Vestals and their escape from Rome where violence and intollerance prevailed, above all considering the simultaneous appearance of the so called "White Ladies" in many forests in Central Italy.  This is a very old tradition among rural communities in these areas: even in the region where I live (Tuscia, in the North of Rome) the memory of these female figures dressed in white living in the deepest zones of the Silve Cimina still resists. 

The White Ladies were identified by the rural communites as the "Fairies": then, after the propaganda of the christian priests they were identified as "witches". They appeared suddenly (usually near a Mother Oak), dressed in white and it was extremely difficult to see them and come close to them. They were consulted for their deep knowledge about medicine, herbs and poisons. They knew the "secrets" they handed down from mother to daughter. The White Ladies were acocmpanied by wild animals and they spoke the "Language of the Birds" (or the Language of the Nature or the Language of the Truth).

Still today, at the sunset,  someone says that it is possible to see them from a long distance, as ghosts, among the trees in the deepest parts of the woods.

It's clear enough that these are only legends but I like to think that the tradition of Celia Concordia and the Vestals can be still alive and survives through the "White Ladies", the Fairies of the Legends.

Celia Concordia e le Dame Bianche

Voglio dedicare questo post a Celia Concordia, probabilmente l'ultima Vestale Massima di cui si ha testimonianza. Celia Concordia, insieme alle altre Vestali, venne cacciata dall'Aedes di Vesta a seguito delle persecuzioni di Teodosio (IV-V secolo), della soppressione dei Culti tradizionali e dello spegnimento del Fuoco Sacro. La dispersione delle Vestali rimane un aspetto poco chiarito e poco noto, così come rimane poco conosciuta la sorte degli altri esponenti degli ordini religiosi tradizionali. 

Eppure per me è molto difficile credere che la voce di Celia Concordia e delle altre Vestali, in quanto portatrici di una tradizione antichissima e molto sentita dai cultores, possa essere stata messa a tacere del tutto. Nonostante la ferocia della nuova religione e dei suoi sostenitori, esse dovevano godere di un alto prestigio e rispetto in molti uomini e donne non solo nell'Urbe, ma in tutti i centri dove i culti tradizionali ancora resistevano.

Penso a Celia Concordia, alle altre Vestali e alla loro fuga da una Roma in preda alla violenza e alla ferocia dei membri della setta soprattutto in considerazione alla più o meno contemporanea apparizione delle cosiddette "Dame Bianche" nelle foreste dell'Italia Centrale. Si tratta di una tradizione molto antica e molto sentita dalle popolazioni rurali di queste regioni: anche dove vivo, nella Tuscia, il cosiddetto Alto Lazio, esiste il ricordo di queste figure femminili vestite di bianco che vivevano nelle zone più remote ed impenetrabili della Silva Cimina.

Le "Dame Bianche" vennero identificate dalla popolazione con le fate: poi a seguito della propaganda dei preti cristiani vennero identificate con le streghe. Esse apparivano improvvisamente (solitamente nei pressi di una grande Quercia Madre), erano vestite di bianco e non si facevano avvicinare da nessuno: venivano consultate per le loro conoscenze profonde di medicina, di erbe, di veleni. Avevano conoscenze di "segreti" che si tramandavano di madre in figlia: potevano avvicinare senza pericoli gli animali selvatici e parlavano la "Lingua degli Uccelli" (ovvero la Lingua della Natura o Lingua del Vero).

Ancor oggi al tramonto si dice che sia possibile vederle in lontanaza fra gli alberi nel fitto della foresta.

E' evidente che si tratta di leggende, ma a me piace pensare che la tradizione di Celia Concordia e delle Vestali non si sia spenta del tutto e che si sia trasmessa tramite le "Dame Bianche", le Fate delle leggende.

sabato 13 ottobre 2012

October 13th: Fontinalia

On October 13th the ancient festivity of Fontinalia is celebrated. This festivity is dedicated to Fons/Fontus (son of Janus) and it is linked to springs and wells where invisible waters become visible. Springs, fountains and wells are decorated with wreaths and flowers are put in the rivers.

It is important to note the use of flowers to celebrate the rituals of Fontinalia: the flower is the symbol of transient beauty and impermanence of the existence.


This festivity is however rather complex, with more profound meanings than one can expect. This festivity sacralizes a relevant aspect of water as  fons et origo, or primordial element which embraces all the potential manifestations of the existence. The fact to be also "origo" explains the relation with Janus (The Beginning).
The most relevant aspect of Fontinalia (invisible/visible waters) is thus the sacralization of an element which precedes any form and any creation. This cycle "invisible/visible" corresponds to the relation immersion/emersion: emersion is the cosmogonical act of the manifestation while immersion is a dissolution. Thus water (a regeneration element) evidences the cycle life/death.
Moreover, water, preceding creation, has its own "aquatic" symbology (i.e. the shell). Water is linked to the Female Polarity, the Moon, the Matter, the Undifferentiated Life.
Water (and its primordial features) connotes any "humid" and indefferentiated principle: it's important to note the symbology of the "Flowing Waters" and the "Iced Waters", the symbology of the "Flow" and the "Descending Principle". The cycle and the "Becoming" described by the water are linked to the complex symbolgy of Janus. 
 
If Water is a symbol of purification, Spring Water has this feature in an even more relevant way: not only "purification" but also "salvation". This is the reason why, among others, one of the most important symbol of Janus (connected as mentioned above to Water) is a boat.
 
"Without the Divine Water, nothing exists" (Zosimus)
 
Water and Spring symbolizes also the "Travel", the "Journey" according two different but integrated perspectives: the travel following the water flowing form the spring to the Sea or proceeding against the tide from the Sea to the Spring. This case represents the imagine of the travel going back to the origins and the initiatory palingenesis. Following the tide symbolizes the imagine of the destination to achieve.  

  

13 Ottobre: Fontinalia

Una festa molto antica e molto importante è quella delle Fontinalia in onore di Fons/Fontus figlia/o di Giano. Questa festività si lega alle fonti e sorgenti delle acque invisibili e che diventano visibili. Le sorgenti, i pozzi e le fontane vengono decorate con corone di fiori e si gettano fiori nei fiumi nei pressi delle sorgenti.
Questa festività è in realtà molto più complessa di quanto possa apparire ad uno sguardo superficiale e profano. In questa festività si sacralizza un aspetto molto importante dell'acqua in quanto fons et origo, ovvero elemento primordiale che raccoglie in sè tutte le potenzialità dell'esistenza. La caratteristica di essere origo spiega perchè Fons/Fontus sono legati a Giano (L'Inizio).
L'aspetto più rilevante delle Fontinalia (acque visibili/invisibili) è quindi la sacralizzazione di ciò che precede qualsiasi forma e di ciò che precede ogni creazione. Questa ciclicità visibile/invisibile corrisponde al rapporto immersione/emersione: l'emersione è l'atto cosmogonico della manifestazione mentre l'immersione rappresenta una dissoluzione. L'acqua (elemento di rigenerazione) quindi evidenzia il ciclo vita-morte.

Allo stesso modo si presti attenzione all'uso dei fiori per la celebrazione di questa festività: il fiore rappresenta la bellezza fugace e l'impermanenza dell'esistenza.
L'acqua inoltre poichè precede la creazione dispone di una simbologia specifica "acquatica".(ad esempio la conchiglia). Le acque sono connesse alla Polarità Femminile, alla Luna, alla Materia, alla vitalità indifferenziata.
La primordialità dell'acqua connota ogni principio "umido", indifferenziato: si rifletta sulla simbologia delle Acque Fluenti e delle Acque Gelate, sulla simbologia della "Corrente", e sul principio "discendente". La ciclicità ed il divenire espresso dalle Acque si lega pertanto alla complessa simbologia di Giano.
Se l'Acqua è sempre un elemento di purificazione, in particolare le acque di sorgente posseggono questo aspetto in modo più marcato: non solo purificazione, ma anche "salvezza". Per questo, fra i vari simboli di Giano (connesso come detto più sopra all'Acqua) vi è anche una Barca.

"Senza l'Acqua Divina nulla esiste" (Zosimo)

L'immagine delle Acque e della Sorgente è anche simbolo del "viaggio" che può essere esaminato in due prospettive: il Viaggio che seguendo lo scorrere delle acque dalla Sorgente verso il Mare o risalendo la corrente dalla foce fino alla Sorgente. La "risalita della corrente" fino alla Sorgente rappresenta sinteticamente la "palingenesi" iniziatica. La "discesa della corrente" evidenzia il simbolismo della mèta da raggiungere.