Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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venerdì 10 giugno 2011

Miti

Nessun antico credente può credere che le divinità abbiano sembianze umane, con braccia, barba, vestiti... La rappresentazione antropomorfa tipica delle statue è una figurazione popolare in cui alla fine l'uomo raffigura e beatifica sè stesso.

Le Divinità si percepiscono e si rappresentano tramite i simboli che sono loro propri. E tutto questo è tramandato e descritto dai miti. I miti non sono leggende o storie: sono racconti sacri diretti a rivelare un mistero in cui i protagonisti sono gli Dei o le Dee o gli Eroi. Il mito descrive eventi avvenuti in illo tempore, ab origine.

Il mito tratta di realtà sacre perchè il sacro è il reale per eccellenza dato che possiede un modello esemplare. Il profano non ha alcun modello esemplare.

In tal modo il lavoro agricolo ad esempio è un'attività sacra perchè è un rito rivelato dal divino tramite un mito. Oggi il lavoro agricolo è un'attività desacralizzata: quindi è un atto profano basato solo sullo sfruttamento della terra per fini economici, per nutrirsi, per guadagnare. Senza il suo significato religioso, il lavoro agricolo diventa squallido e privo di senso: e gli effetti li vediamo tutti i giorni.

Ciò vale per gran parte degli atti della società contemporanea che è completamente priva di simbolismo religioso. Svolgiamo solo atti profani. E nessun Dio o Dea o Antenato ha mai rivelato un atto profano.

Tutto quello che è legato al mito è sacro: ciò che è fatto solo dall'uomo è profano e irreale. Più l'uomo è religioso, più uniforma i suoi comportamenti a modelli esemplari ispirati dal Divino: più l'uomo è religioso, più diventa reale. E' una forma di risveglio.

Questo è lo scopo ed il senso più profondo del mito: spingerci nel sacro e quindi nel reale di uno Spazio ed un Tempo Sacro. I miti creano modelli etici esemplari che danno un senso sia ad eventi fisiologici (ad es. l'alimentazione) sia a funzioni sociali (politica, attività marziale, ecc...).

Rimanendo sulla Via da un lato, imitando gli Dei e le Dee, ci manteniamo nel sacro. Dall'altro, con la ritualizzazione di gesti ed azioni, sacralizziamo il Mondo e con il nostro comportamento religioso, contribuiamo a difendere la sacralizzazione del Mondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bueno esta es una de las cuestiones más básicas que explicas, todavía hay gente que piensa que adoramos al sol y a la luna, y que creemos en estatuas e ídolos, es una visión distorsionada del culto antiguo, hay mucho más detrás del simplismo de esa concepción , queda muy bien explicado en esta entrada me gusta mucho.

Carmelo Cannarella ha detto...

La percezione vera ed esatta dei miti, come strumenti di partecipazione al "divino" e di visione del divino nel mondo, è un passo essenziale nel processo di "risveglio" dell'individuo autentico. Non è un caso che la desacralizzazione del mondo oggi si compia anche attraverso il fatto che i riti sono considerati solle delle "cerimonie" dotate al limite di un timido valore simbolico (il più delle volte sconosciuto o ignorato)
emotivo o puramente estetico.