Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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martedì 18 gennaio 2011

Segni/1

La Natura non è un immenso ingranaggio: non è fatta solo da reazioni e fenomeni chimici-fisici. Queste osservazioni possono descrivere il "contenitore" della Natura, ma non quello che la Natura contiene. Questo contenuto intangibile può avere tante denominazioni, espressioni e manifestazioni: nella Religione Tradizionale Romana questo "contenuto" è espresso dagli Dei e dalle Dee o, per lo meno, da alcuni di essi/esse quelli cioè che vengono descritti dalla Teologia Naturale.

Gli Dei e le Dee mandano dei "segni" o dei "segnali" che ovviamente non sono i loro unici mezzi di espressione.

In passato gli Auguri (un collegio completamente indipendente da quello dei Pontefici) erano chiamati a gestire lo ius augurale che era segreto e che è andato perduto. Essi possedevano dottrine, riti e cerimonie finalizzati alla consultazione ed interpretazione dei segni. Questo significa che l'interpretazione dei segni (nelle forme di augurium e auspicium - una distinzione molto difficile da effettuare) non serviva e non serve tuttora a prevedere.

Solitamente ci si rivolge a Giove/Giunone (nella loro veste di "sovrani dei segni") se sia fas (ovvero "se esiste il fondamento mistico a che...") un determinato luogo, una certa azione, una certa decisione, ecc...

La formula è la seguente: "Iuppiter/Juno si fas est ... inviami un determinato segno"
Il procedimento (sulla base di quanto descritto da Tito Livio) prevede l'attivazione di una comunicazione con un determinato Dio/Dea per mezzo di un lituus (bastone ricurvo privo di nodi).

E' importante sottolineare che tutto questo ha un valore ed un senso solo se si riesce a conseguire un profondo cambiamento nel modo in cui vediamo e percepiamo il mondo e l'universo che ci circondano. Si tratta infatti di costruire, giorno per giorno, una consapevolezza serena e nitida di ciò che non si vede. Se non si possiede questa consapevolezza, questa forza tranquilla, tutto questo, come può del resto avvenire per qualsiasi rito di qualsiasi altro credo, non sarà altro che folclore, un gioco, una finzione svuotati di qualsiasi significato e senso.

Come prendere l'augurium

Il Luogo per osservare i segni (auspicia impetrativa) deve essere un luogo sacro delimitato dal lituus ovvero un templum. Deve essere quadrangolare, orientato (eccetto che per Vesta che richiede luoghi circolari), con o senza contorno visibilmente segnato, e deve essere munito di un solo ingresso. Il luogo deve essere liberato da tutte le forze impure o ostili che possono eventualmente risiedervi.

L'augure deve avere il volto rivolto a Sud (Pars Antica - origine di tutte le cose) e le spalle a Nord (Pars Postica); il capo deve essere velato e deve tenere sulla mano destra il lituus. L'augure, invocando il Dio/Dea delimita quattro zone del cielo (regiones) tracciando una linea da est ad ovest: oltre alla Pars Antica e Pars Postica, a destra avrà le Dextrae Partes e a sinistra le Levae Partes.

Davanti a sè fissa un punto di riferimento. L'augure passa il lituus dalla mano destra a quella sinistra e chiede: "Giove/Giunone se è fas che ... fai apparire dinnanzi a me dei segni evidenti e precisi fra i limiti che ho stabilito" Dopo l'augure elenca gli auspici che vuole vedere giungere.

(continua)

3 commenti:

L. Livia Plauta ha detto...

Come al solito il post tradisce profonda competenza, vissuta e non solo teorica. Complimenti!

Siccome è impossibile contattarti privatamente devo ricorrere al commento.

Noi del blog Cultusdeorumromanorum abbiamo anche fatto un sito:
https://sites.google.com/site/cultusdeorumromanorum

E' ancora in costruzione, ma se volessi unirti a noi il tuo contributo sarebbe prezioso, visto che i tuoi articoli sugli Dei sono molto meglio di quanto noi siamo riusciti a metter insieme finora.
Siccome io sono la responsabile per la parte italiana del sito ti prego, impetro e chiedo di risparmiarmi la fatica di tradurre in italiano il materiale presente sul sito in inglese, che potrebbe invece essere sostituito direttamente col tuo.

Carmelo Cannarella ha detto...

Innanzitutto ti ringrazio dei complimenti che sono del tutto immeritati.

Non so francamente quanto possa essere d'aiuto: comunque sono disponibile a dare una mano. Appena possibile esaminerò il sito in questione e ti contatterò.

L. Livia Plauta ha detto...

Ti assicuro che potresti essere di grande aiuto. Ti ringrazio in anticipo!